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Lockdown. La fase due per far ripartire l’Italia

Il volto della Campania - come quello di sua madre Italia - mostra i segni della sofferenza del Covid-19. Un corpo pieno di ferite che cerca di resistere e aspetta a tutti costi una ripresa lunga e difficile. Massimo Vernetti, già presidente di Confcommercio Napoli e presidente onorario di Quick No Problem Parking SPA, racconta senza mezzi termini le difficoltà che sta vivendo il suo Paese.

Intervista a Massimo Vernetti, già presidente di Confcommercio Napoli e presidente onorario di Quick no problem Parking.

 

Il volto della Campania – come quello di sua madre Italia – mostra i segni della sofferenza del Covid-19. Un corpo pieno di ferite che cerca di resistere e aspetta a tutti costi una ripresa lunga e difficile. Massimo Vernetti, già presidente di Confcommercio Napoli e presidente onorario di Quick No Problem Parking SPA, racconta senza mezzi termini le difficoltà che sta vivendo il suo Paese.

 

Il fallimento dell’Unione Europea, le politiche economiche del governo etichettate come “ridicole ed indegne”, la povertà che determina la crisi sociale sono solo alcune tragiche maschere di uno spettacolo di cui si auspica un lieto fine perché come ricorda Vernetti, citando Einstein «Dentro ogni grande crisi si nasconde un’opportunità».

 

Quella di ripartire con un ordine e priorità diverse e riorganizzare il comparto economico, sociale, compreso quello sovranazionale.

 

Ci si avvicina alla fine della quarantena. Le misure restrittive del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca sono state molto più stringenti rispetto ad altre regioni italiane. Un errore o un valore aggiunto?

Chapeau al Presidente. Per fronteggiare questo nemico invisibile c’è bisogno di una figura forte che guidi il carro lasciando lungo la strada le polemiche. Un condottiero che porti la bandiera.

 

In tempi di crisi è meglio avere un generale che porti avanti l’esercito con determinazione e perseveranza senza farsi coinvolgere e intimidire dalle richieste delle lobby. In Lombardia non si può dire lo stesso. C’è troppo potere, troppa gente che comanda. I colossi commerciali ed industriali spingono i governatori a muoversi verso altre direzioni orientate più all’economia che alla reale salvaguardia dei cittadini.

 

Uno degli argomenti che ha acceso il dibattito è il tema delle consegne a domicilio, vietate solo in Campania. “Idea illogica” – come è stata definita dal sindaco Luigi de Magistris – o pensiero condiviso?

De Luca ha valutato di restringere il campo ai delivery motivando la sua scelta. La possibilità che l’asporto potesse diventare un’epistola a domicilio, un veicolo di contagio è stata determinante nella decisione.

 

Anche il fronte degli imprenditori fa sentire la sua voce. Gino Sorbillo ha dichiarato che una volta finita la quarantena sarà costretto a chiudere almeno quattro pizzerie, lei cosa ne pensa?

Ritengo che come sempre Sorbillo non faccia un’ottima pubblicità a se stesso. Prima del Covid-19 ha incassato tanti di quei soldi che nessuno se lo immagina, oggi sputare nel piatto dove ha mangiato fino a ieri non mi sembra corretto. Credo che debba iniziare ad abbassare i toni anche nel rispetto dei suoi colleghi e rivolgersi di meno ai giornali.

 

 

Anche gli operatori balneari esprimono forti preoccupazioni. Girano in Rete immagini e progetti di spiagge con gabbiotti in plexiglass, si parla di indossare le mascherine. Si potrà andare a mare?

Voglio lanciare un appello al Governatore: iniziamo a pensare prima di tutto alle famiglie meno abbienti. Come fa la povera gente a permettersi lidi a pagamento? Le spiagge libere devono essere aperte ma controllate da presidi comunali e regionali, con personale pubblico, che faccia rispettare le regole di distanziamento sociale.

Su questo sono spietato. Bisogna occuparsi di chi non ha i soldi e poi del resto.

 

Unione Europea. In questa pandemia si è dimostrata un’alleata o ha fallito la sua funzione?

Sono molto deluso. Abbiamo sollevato il velo e abbiamo visto che schifo è questa “grande Unione Europea”. Quale è il suo ruolo durante questa emergenza? Non abbiamo un’entità fiscale e bancaria né politiche comuni, ci sono solo alcune nazioni che la fanno da padrona e le altre devono stare al gioco dei grandi. Dovremmo essere una sorta di Stati Uniti d’Europa e invece l’esempio americano è molto lontano.

 

Quanto tempo sarà necessario per superare dal punto di vista economico questo periodo di lockdown?

Il processo sarà lungo, credo che la ripresa non arriverà prima dell’inizio del 2021, per alcuni settori i tempi saranno più lunghi. Avere un default di questa portata da superare non è facile, è un po’ come analizzare il PIL italiano.

Si immagina che scenderà di 9,5/10 punti nel 2020 e l’anno successivo arriverà alla media di -5. Tra i comparti più danneggiati ci sono il turismo, la moda, la ristorazione, i luoghi di aggregazione come cinema, teatro e discoteche che sono in ginocchio e concorreranno a un PIL di -30 per le loro attività.

 

Quali sono i passi da compiere per la ripresa e poi la crescita?

Dobbiamo imparare a convivere con il virus prima dell’arrivo del vaccino e la Campania deve ricominciare “timidamente” ad aprire le attività. I mesi di luglio ed agosto devono essere “sbloccati” per rappresentare un punto di partenza.

 

La nostra economia già si trova in una condizione quotidiana di difficoltà ed ora a causa della pandemia la situazione non è delle migliori. Per fortuna in questa regione italiana, rispetto ad altre come la Lombardia, si sono registrati minori casi di contagio. Ora è arrivato il momento di ripartire altrimenti le tensioni sociali potrebbero prendere il sopravvento in un momento di emergenza globale.

 

La fase due sta per partire, seguici domani alle 18:00 sulla pagina Facebook di Agorà Magazine, dove Massimo Vernetti sarà in diretta con il giornalista Giovanni Aiello per approfondire con noi le tematiche che riguardano l’attuale situazione italiana.

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