Non tutti i mali vengono per nuocere

Nel nostro lottare per far sì che la vita prenda la direzione che desidereremmo, facciamo una gran fatica. Fin da piccoli, ci hanno insegnato che dovevamo lottare per raggiungere qualcosa, e così siamo cresciuti con la convinzione che con lo sforzo avremmo raggiunto quello che desideravamo, credendo, dentro qualche stanza di noi, che una volta raggiunto saremmo stati a riparo dalla sofferenza.

Non sappiamo il perché di molti accadimenti che sconvolgono la quiete della nostra esistenza, ma quando arriva il momento nel quale traballano le nostre certezze, forse è il momento giusto per meditare.

 

Viviamo in un’epoca di grandi progressi tecnologici ma anche di forti contraddizioni. L’uomo moderno si è dimenticato sia della Terra che dei suoi simili, sta depredando le risorse della Terra creando danni ecologici al mondo naturale, mentre la popolazione mondiale si divide tra i troppo ricchi e i troppo poveri.

 

Improvvisamente appare il coronavirus nelle nostre comode case sparpagliate su tutta la terra! Tendiamo a pensare che qualsiasi perdita, criticità, dolore o battuta d’arresto sia qualcosa di negativo che ci danneggerà per sempre inevitabilmente.

 

Questo perché ci concentriamo sul lato negativo immediato e non siamo capaci di analizzare la situazione da una prospettiva più ampia e più a lunga gittata, scrutando nel futuro.

 

Malattia e spiritualità

La malattia, uno dei misteri della vita umana, non riguarda però solo l’aspetto biologico di competenza dei medici, ma abbraccia una sfera più ampia legata alla spiritualità. Perciò bisogna chiedersi come cambierà il mondo a seguito di questa epidemia?

 

Arriverà forse il momento per una parte dell’ umanità di meditare e di apportare dei cambiamenti necessari nel proprio modo di concepire la vita ed il senso dell’esistenza, distaccandosi dalla materialità imperante nella nostra cultura?

 

Cosa ci sta insegnando questo momento di criticità? Che il superfluo non è necessario per essere felici? Che non dobbiamo essere più indifferenti alle disgrazie umane, come per gli immigrati che ci chiedono un disperato aiuto, perché prima o poi accade a tutti di trovarsi in difficoltà?

 

 

Le emozioni

Che ci mancano gli abbracci, i baci, le carezze, e solo adesso che ci sono stati vietati ne riconosciamo il valore? Che forse ci stavamo privando della cosa più importante della vita, il tempo, speso freneticamente e nevroticamente nel lavoro per raggiungere chissà quali traguardi?

 

Chissà se in futuro ricorderemo Covid-19 come un potente acceleratore della trasformazione del lavoro alienante d’ufficio, svolto in ambienti poco accoglienti e con ritmi stressanti.

 

L’introduzione dello smart working a causa del coronavirus diventerà forse una consuetudine consentendo meno traffico e meno smog nelle città e la possibilità di regalare ai genitori un tempo maggiore e più rilassato da trascorrere con i figli e gli anziani?

 

Forse c’è un messaggio per tutta l’umanità dietro un virus che come la “livella di Totó” non fa distinguo tra ricchi e poveri, ma che insieme alla morte e alla paura, alle restrizioni e alle privazioni, ci suggerisce che è arrivato il momento di migliorare la nostra esistenza ricollocando le nostre priorità in maniera diversa.

 

Non tutti i mali vengono per nuocere

Si dice che il dolore è come un fiume salvifico che alla fine sfocia in una lezione di vita. Questa tempesta forse finirà con l’ assemblarci di nuovo, donandoci una versione più sensibile e allo stesso tempo più forte di un mondo come dovrebbe essere, più rispettoso della natura, e dei veri bisogni dell’uomo.

 

Oggi, perciò, bisogna preservare l’idea che non tutti i mali vengono per nuocere.

 

Se avete trovato interessante questo articolo e volete approfondire questa tematica, seguitemi oggi alle 18:30 sui canali social di Agorà Magazine dove avrò il piacere di spiegare come niente succede a caso. L’arrivo del Covid 19 ha sconvolto le nostre vite, ma allo stesso tempo ci sta insegnando qualcosa di prezioso.

 

Di Diana Arcamone

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