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Artemide TIZIO 50th Anniversary Edition

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Artemide celebra il 50° anniversario di Tizio con una edizione speciale realizzata nel rosso favorito da Richard Sapper.

Tizio è una delle icone non solo della produzione Artemide ma del design italiano. Progettata 50 anni fa è ancora assolutamente contemporanea anche grazie all’aggiornamento della sorgente alogena a bassa tensione con un LED integrato. È un prodotto senza tempo grazie all’intelligenza con cui combina i suoi elementi e all’eleganza con cui il talento di un maestro come Richard Sapper ne fa sintesi.

 

“Quando l’abbiamo presentata, non c’era niente di simile sul mercato, era rivoluzionaria. Tizio è bella in ogni posizione che può assumere, è un oggetto armonioso in tutte le sue parti, puoi muoverlo con una mano ed è sempre estremamente preciso. Non è che non abbiamo cambiato nulla negli anni perché non possiamo, non cambiamo nulla perché è così.” Ernesto Gismondi – 2014

Design e innovazione tecnologica

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“Il design di Richard Sapper è emblematico per innovazione tecnologica, movimento, eleganza. Il colore preferito di Sapper è senza dubbio il nero perché, come ha affermato, “è un colore che sta sempre bene se messo in contrasto con altri colori e ambienti, sta bene in un interno moderno o in uno antico”.

 

Per accentuare gli elementi dinamici in molti dei suoi capolavori, Sapper utilizza il colore rosso, come ad esempio negli snodi dell’iconica lampada Tizio. Per celebrare i 50 anni di Tizio, Artemide presenta quindi un’edizione speciale completamente rossa.

 

Rosso per rappresentare sia l’accento simbolico nell’opera di Sapper che il colore di Artemide. E proprio come il nero, il rosso sta bene in qualsiasi ambiente.” Carola e Cornelia Sapper

Come nasce Tizio

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La lampada Tizio è nata da un’esigenza personale. Mentre lavoro o leggo mi piace la luce che cade solamente sul foglio di carta davanti a me, il resto della camera nella penombra. Mi sento più indisturbato e riesco a concentrarmi meglio che in un ambiente illuminato uniformemente. Per ottenere questo tipo di luce è necessario tenere il riflettore vicino al foglio; un riflettore normale con una lampadina normale creerebbe un grande e fastidioso volume vicino alla testa. Per questo mi sono deciso per una lampada alogena, piccola, leggera, alla quale basta un riflettore piccolo e leggero.

 

Desideravo anche una lampada da lavoro regolabile con un tocco di dito e che non mi possa mai cadere sul tavolo a causa di giunti consumati. A questo scopo non poteva servire la solita costruzione di braccia a parallelogramma e molle di compensazione che bisogna o fissare al tavolo – cosa scomoda – o rinunciare ad un raggio d’azione sufficiente e anche questo, almeno per me, è scomodo, dato che per disordine ingenito sulla superficie del tavolo non ho spazio per un lampada vicino a me.

 

La soluzione migliore a questi problemi mi sembrava una lampada con un sistema di articolazione sempre tenuto in equilibrio tramite contrappesi: così l’attrito dei punti di articolazione può venire ridotto fino a compensare unicamente le tolleranze di produzione; e così è garantita la più completa mobilità.

 

Per arrivare a ciò evidentemente deve essere evitato ogni disturbo del sistema di equilibrio: questo esclude i cavi per la trasmissione della corrente, ma in una lampada a bassa tensione le braccia stesse si offrono come conduttori. Due difficoltà ostruivano la strada: dato che ogni coppia di articolazioni si basa sulla prossima come sistema, ogni contrappeso deve bilanciare tutte le parti della costruzione seguente: per il raggio d’azione desiderato era necessario rendere tutti gli elementi di costruzione il più leggero possibile per evitare un peso complessivo della lampada troppo alto.

 

Allo stesso tempo tutto l’apparecchio non doveva essere troppo fragile. Le articolazioni da una parte dovevano trasmettere la corrente, dall’altra offrire un minimo di attrito, che però durante la vita della lampada doveva assolutamente restare quello di origine. La soluzione di entrambi i problemi si è trovata utilizzando come articolazioni dei normalissimi bottoni a pressione: costano poco, conducono la corrente, si aprono sotto sforzo e perciò per la lampada costituiscono dei punti di rottura predeterminati; per di più contengono un anello a molla, che contrappone alla rotazione una piccola, ma invariabile resistenza.

 

Il riflettore ha invece richiesto del tempo. Dato che diventa molto caldo, doveva venire opportunamente isolato e questo sotto minimale dispendio di peso. Mi decisi per una costruzione a doppia parete con raffreddamento ad aria tramite convenzione nello spazio intermedio. Un prototipo ha dimostrato l’esattezza delle considerazioni prese. Seguì qualche lavoro sulle forme dei contrappesi, dopodiché la lampada era pronta per la preparazione della produzione.” Richard Sapper

 

Di Tiziana Gelsomino

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