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Pixar: Soul, un viaggio attraverso i piccoli e grandi misteri della vita

Soul, il nuovo film firmato Pixar, è un’esperienza pre-morte, un viaggio attraverso l’aldilà alla ricerca disperata di uno scopo, di un’anima nelle cose. Una scintilla che dia un senso al nostro essere al mondo e che sia in grado di rispondere alle più semplici ed enigmatiche domande della vita: chi siamo, quale obiettivo abbiamo e cosa ci aspetta.

La Pixar firma Soul, una pellicola nata dalla fantasia di Pete Docter il regista di Inside Out e Up, che torna a parlare di anime in pena, di sogni infranti e di seconde scelte.

 

Soul è un’esperienza pre-morte, un viaggio attraverso l’aldilà alla ricerca disperata di uno scopo, di un’anima nelle cose. Una scintilla che dia un senso al nostro essere al mondo e che sia in grado di rispondere alle più semplici ed enigmatiche domande della vita: chi siamo, quale obiettivo abbiamo e cosa ci aspetta.

 

Il protagonista, un insegnante che sogna il jazz

 

L’afroamericano Joe Gardner (nella versione italiana voce di Neri Marcorè) è un professore di musica delle medie in una New York caotica fatta di palazzi chilometrici difficili da scalare perfino per King Kong, di traffico assordante e di macchine che sfrecciano senza orario alla velocità della luce. Ma è anche una terra di opportunità, dove la parabola del self-made man non si piega al mero capitalismo, ma resiste.

 

Il protagonista “un uomo di mezz’età”, come viene definito dalla madre Libba molto realista e poco sognatrice, deve rispondere a un dubbio di “amletica memoria”: essere un insegnante insoddisfatto o non essere un pianista di successo. Che tradotto nella trama significa: accettare in un periodo di crisi globale un contratto di lavoro a tempo indeterminato in una scuola con tanto di assicurazione sanitaria o inseguire la propria aspirazione diventando un artista. La scelta non è poi così difficile, ma qualcosa va storto.

 

All’inizio del film Joe, dopo aver ottenuto l’ingaggio in una band capitanata dalla leggenda del jazz Dorothea Williams, cade in un tombino e resta in coma, fermo in un limbo. Come il personaggio di un videogioco la sua anima viene catapultata attraverso un buco in una realtà parallela. Non a caso Soul ha un doppio significato: vuol dire “anima” e rappresenta un genere musicale che nasce negli anni Sessanta a Detroit.

 

Cosa c’è oltre la luce?

 

Nell’Altro Mondo i connotati umani si dileguano, i colori si fanno azzurri e il protagonista assume le sembianze di una bolla d’acqua. Cammina su una lunga strada, di fronte a lui una luce accecante. Cosa c’è oltre la luce? Resta un mistero. La scala (verso il paradiso?) è vicina e deve percorrerla anche se non è pronto per lasciare la terra.

 

Ma le parole che riecheggiano nella sua testa sembrano uscite fuori dal brano Stairway To Heaven dei Led Zeppelin: “Sì, ci sono due percorsi che puoi prendere, ma a lungo termine. C’è ancora tempo per cambiare la strada in cui ti trovi”. E così si tuffa nel buio senza sapere cosa si nasconda nel vuoto. E come Alice nel Paese delle Meraviglie cade ancora una volta. Ad accoglierlo c’è ora l’Ante Mondo popolato da figure uscite da un quadro di Pablo Picasso, linee spigolose e cubiste tanto quanto Les Demoiselles d’Avignon.

 

L’Ante Mondo, dove le anime trovano la giusta direzione

 

L’Ante Mondo rappresenta il luogo pre-natale in cui le anime seguono un percorso di formazione. Sei egocentrico? Vai nel padiglione a destra. Insicuro? Segui l’altra direzione. Le anime vengono seguite da illustri consulenti come la regina Maria Antonietta, lo psichiatra Carl Jung o l’astronomo Niccolò Copernico che devono aiutarle a ricercare le passioni, a trovare la scintilla che permetterà loro di tramutarsi in persone, in uomini e donne che conservano nel proprio DNA delle caratteristiche distintive.

 

In questa oasi di prati morbidi come la seta e pettinati da una leggera brezza gli viene assegnata ben presto 22 (Paola Cortellesi), un’anima in pena che si nasconde da millenni nei meandri di questa grande e macchinosa scatola dell’universo nel costante rifiuto della vita. Il compito di Joe, che si finge un mentore, è quello di seguirla nel percorso, ma il suo vero piano è di ingannare il destino e tornare sulla terra, riappropriandosi del corpo per diventare un jazzista di successo. Insieme i due personaggi si metteranno in gioco per la prima volta. Con escamotage, giochi di prestigio, figure mistiche e viaggi nelle lande desolate i pezzi del puzzle si rimettono apposto, la scatola cinese si chiude.

 

Soul, un film difficile, realista e misterioso

 

Soul non è un film pensato per bambini nel senso stretto del termine, così come non lo erano Up e Inside Out entrambi vincitori dell’Oscar per il Miglior film d’animazione nel 2010 e nel 2016 e firmati dallo stesso regista e direttore creativo della Pixar, Pete Docter, ma è adatto ai bambini. Difficile, realista, misterioso e poetico è capace di esprimere sentimenti e paure ancestrali colorandole di sottile ironia parlando di amicizia, famiglia, lavoro e difficoltà dei rapporti a suon di jazz sulle note di Trent Reznor e Atticus Ross.

 

È un film sul libero arbitrio, sull’importanza delle scelte e su come le scelte siano indissolubilmente legate al corso degli eventi. Non tutto quello che desideri diventa realtà, anche se a volte succede. Il simpatico barbiere panciuto sogna di fare il veterinario ma la figlia malata e altre circostanze lo conducono in un’altra direzione. Perché la vita è come il jazz e “jazzeggiare” significa improvvisare. Abbandonarsi al ritmo assaporando piccoli momenti di rara felicità come una ciambella calda a prima mattina o come una foglia che cade dagli alberi in un pomeriggio di autunno.

 

Di Francesca Saccenti

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