shoah

Il 27 Gennaio è da qualche anno “Il Giorno della Memoria”

Nato in Italia nel duemila, il 27 gennaio il “Giorno della Memoria” si lega al ricordo delle vittime della Shoah.

[vc_row][vc_column][vc_column_text css=”.vc_custom_1643221980615{margin-top: 20px !important;margin-bottom: 20px !important;}”]

Nato in Italia nel duemila, cinque anni prima rispetto alla ricorrenza internazionale proclamata dall’ONU, puntuale il 27 gennaio, il “Giorno della Memoria” si lega al ricordo delle vittime della Shoah.

il giorno della memoria

 

Pensando alle parole di Anna Frank “Quel che è accaduto non può essere cancellato, ma si può impedire che accada di nuovo”, si può certo immaginare il valore di una ricorrenza fortemente simbolica, scelta per commemorare i milioni di vittime della Shoah, ma non solo: il Giorno della Memoria. 

Shoah, una data da non dimenticare

il giorno della memoria

 

Settantasette anni fa, esattamente il 27 gennaio 1945, le truppe sovietiche dell’Armata Rossa abbattevano i cancelli di Auschwitz facendo conoscere al mondo intero, per la prima volta, la realtà del genocidio in tutto il suo orrore. Il campo era stato evacuato e in parte distrutto dalle SS prima dell’arrivo dei russi. Le truppe sovietiche vi trovarono circa 7.000 sopravvissuti, insieme a corpi morti, abiti, scarpe, tonnellate di capelli, strumenti di tortura e di morte.

 

Una data, quella della liberazione di Auschwitz, raccontata anche dallo scrittore torinese Primo Levi nel suo libro “La tregua”. Nella sola “fabbrica della morte” furono uccisi almeno un milione di prigionieri: uomini, donne, bambini. Quasi tutti ebrei. Ma anche polacchi, Rom, Sinti, prigionieri di guerra sovietici, testimoni di Geova e altri nemici della Germania di Hitler.

Il Giorno della Memoria

il giorno della memoria

 

E sono tante nel “Giorno della Memoria”, le iniziative per ricordare la Shoah, la deportazione e lo sterminio nei campi di concentramento di milioni di persone.

 

Così come tanti sono i pensieri ereditati da chi la persecuzione l’ha vissuta come la politologa, filosofa e storica tedesca naturalizzata statunitense, Hannah Arendt: “I vuoti di oblio non esistono. Nessuna cosa  umana  può essere cancellata completamente e al mondo c’è troppa gente perchè certi fatti non si risappiano: qualcuno resterà sempre in vita per raccontare. E perciò nulla può mai essere praticamente inutile, almeno non a lunga scadenza”.

 

di Giuseppe Giorgio

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *