Riapre l’acquario della Stazione Zoologica Anton Dohrn, il più antico d’Italia

L’acquario, che si trova all’interno della Villa comunale di Napoli, è strutturato in 19 vasche ed ospita più di 200 specie animali e vegetali distribuite in 9 diversi habitat per 180 metri cubi di acqua. È il primo acquario pubblico d’Italia e tra i più antichi del mondo a vantare una storia che ha inizio quasi 150 anni fa, in una Napoli che si “veste” a festa con abiti ottocenteschi.

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L’acquario, che si trova all’interno della Villa comunale di Napoli, è strutturato in 19 vasche ed ospita più di 200 specie animali e vegetali distribuite in 9 diversi habitat per 180 metri cubi di acqua.

 

È il primo acquario pubblico d’Italia e tra i più antichi del mondo a vantare una storia che ha inizio quasi 150 anni fa, in una Napoli che si “veste” a festa con abiti ottocenteschi. La Stazione Zoologica Anton Dohrn dopo 6 anni di lavori di restauro e riqualificazione, un investimento di 2 milioni di euro del Ministero dell’Istruzione e della Ricerca, torna a rivivere per raccontare ancora una volta il legame tra Partenope e il mare.

 

acquario antico

 

La scelta della data dell’inaugurazione non è casuale: l’8 giugno durante la giornata mondiale degli Oceani 2021. Ad accogliere i visitatori all’inizio del percorso nel fondo degli abissi ci sono due piccole vasche: da una parte ruba la scena con le sue forme la stella marina, che rappresenta in senso metaforico la rinascita di un luogo di culto per i napoletani. Dall’altra c’è il paguro, uno dei crostacei più noti, che in simbiosi con l’anemone che porta sulla conchiglia, si trasforma in un simbolo di collaborazione.[vc_row][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”26446″ img_size=”full” css=”.vc_custom_1623317563159{margin-top: 20px !important;margin-bottom: 20px !important;}”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”26451″ img_size=”full” css=”.vc_custom_1623317823604{margin-top: 20px !important;margin-bottom: 20px !important;}”][/vc_column][/vc_row]

L’acquario, luogo della ricerca e della scoperta

“Poco più di un mese fa – afferma Roberto Danovaro, Presidente della Stazione Zoologica Anton Dohrn – abbiamo presentato il completamento dei lavori di restauro della storica Casina del Boschetto, che a breve ospiterà il Museo Darwin Dohrn, unico in Italia nel suo genere. Restituiamo ora al pubblico e alla scienza un luogo della ricerca e della scoperta, un luogo presente come pochi nell’immaginario collettivo e nell’identità culturale della città”.

 

Torna anche il celebre Cavalluccio marino, simbolo della SZN fin dagli anni ’30, utilizzato come logo “ufficiale” a partire dal dopoguerra, mentre la nuova identità visiva è curata dall’Accademia delle Belle Arti di Napoli. 

Il grande albergo degli scienziati

L’Istituto Nazionale di Biologia Ecologia e Biotecnologie Marine è stato fondato dallo zoologo tedesco, che porta il suo nome, nel 1872, mentre l’acquario di Napoli, inserito nella guida Baedeker come attrazione turistica, apre le porte il 26 gennaio del 1874, due anni dopo la posa della prima pietra della Stazione Zoologica, definita da Benedetto Croce “il grande albergo degli scienziati”.

 

“La particolarità dell’Aquarium – afferma Claudia Gili, direttrice del Dipartimento di Conservazione Animale & Public Engagement – è sempre stata quella di offrire al pubblico una visione sulla vita che prospera a poche decine di metri dalla villa Comunale, ed è facile immaginare la meraviglia dei visitatori alla fine dell’Ottocento che si trovavano davanti per la prima volta un mondo davvero alieno.

 

Qualcosa che oggi diamo quasi per scontato grazie alla pletora di documentari e libri, ma che all’epoca era paragonabile a un’opera di Wells o di Verne divenuta realtà”. L’area espositiva occupa 240 metri quadri, mentre L’acquario è strutturato in 19 vasche ed ospita più di 200 specie animali e vegetali del mar Mediterraneo e della biodiversità del Golfo di Napoli.

La storia

L’edificio fu costruito sulla spiaggia di Chiaja e un canale sotterraneo collegava l’acquario direttamente al mare garantendo così l’approvvigionamento di acqua. Il tunnel conteneva al suo interno un tubo di gomma con spirali metalliche molto lungo ed estremamente costoso per l’epoca.

 

Un centro di ricerca d’eccellenza e all’avanguardia che attirava studiosi da tutto il mondo. Per trascorrere un periodo di lavoro presso la Stazione Zoologica Ministeri e Governi “fittavano” tavoli di studio per un lasso di tempo da 6 mesi a un anno rinnovandoli.

 

Guarda la gallery![vc_row][vc_column][vc_gallery type=”image_grid” images=”26457,26458,26459,26460,26461,26462,26463,26464,26465,26466,26467,26468,26469,26470,26471,26472,26473,26474,26475,26476,26477,26478,26479,26481″ css=”.vc_custom_1623319857989{margin-top: 20px !important;margin-bottom: 20px !important;}”][/vc_column][/vc_row]Di Francesca Saccenti

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