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USA – RUSSIA, ritorna la guerra fredda. Il rapporto di Amnesty International e le parole del Papa

USA - RUSSIA, ritorna la guerra fredda. Il rapporto di Amnesty International e le parole del Papa. Sono passati più di trent’anni dalla fine della guerra fredda tra Occidente e Russia e oggi si riaprono scenari geopolitici che spostano le lancette dell’orologio ai tempi bui del dopoguerra, quando la due super potenze erano in un conflitto che si combatteva non con le armi ma sul fronte politico ed economico.

Sono passati più di trent’anni dalla fine della guerra fredda tra Occidente e Russia e oggi si riaprono scenari geopolitici che spostano le lancette dell’orologio ai tempi bui del dopoguerra, quando la due super potenze – USA – Russia – erano in un conflitto che si combatteva non con le armi ma sul fronte politico ed economico.

 

Messa al bando ogni forma diplomatica con un articolo pubblicato sul sito della rivista “International Affairs”, organo ufficiale della diplomazia russa, Aleksej Drobinin, direttore del dipartimento di pianificazione e di politica estera del ministero degli Esteri russo, dichiara la fine dei rapporti amicali e diplomatici tra Usa – Russia, sottolineando che l’era della cooperazione fra la Russia e l’Occidente è finita e non sarà possibile ripristinare i rapporti precedenti al 24 febbraio, data dell’inizio della guerra in Ucraina.

 

Certo non una mossa a sorpresa, la diplomazia occidentale e le severe sanzioni economiche dell’Unione Europea imposte alla Russia non hanno sortito alcun effetto, anzi sono state un boomerang che ha portato soltanto all’impoverimento e alla crisi energetica che colpiscono i più grandi Paesi europei come Germania, Francia e Italia. Ci chiediamo oggi se sarebbe stato saggio ascoltare gli appelli alla pace e all’equilibrio lanciati in questi mesi da Papa Francesco “non ci può essere soluzione ad alcun dissidio se non è previsto l’equilibrio delle parti a cedere concessioni”.

 

L’articolo intitolato “Lezioni di storia e immagine del futuro: riflessioni sulla politica estera russa” è un contenitore di riflessioni e pensieri politici del diplomatico sovietico, Dobrinin. Il governo russo individua nell’Europa e negli Stati Uniti i ritrovati nemici e questo potrebbe portare ad un effetto domino nel quadro geopolitico mondiale.

 

Le dichiarazioni sovietiche – riportate dall’agenzia Nova – sono inequivocabili: “Indipendentemente dalla durata e dall’esito dell’operazione militare speciale, si può già affermare che l’era trentennale di cooperazione con l’Occidente – generalmente costruttiva, anche se non priva di problemi – è irrevocabilmente terminata”. E ancora: “La Federazione Russa ha ora l’opportunità di liberarsi finalmente delle illusioni e andare oltre il paradigma dei rapporti amichevoli riprodotto di volta in volta dai colleghi occidentali dopo il 1992”. “La Russia è entrata in una fase acuta di confronto con un’alleanza aggressiva di Paesi ostili guidata dagli Stati Uniti. L’obiettivo del nemico è infliggere una sconfitta strategica al nostro Paese, eliminandolo come concorrente geopolitico”. Tante premesse e analisi politiche che portano il diplomatico sovietico a concludere: “Non è un’esagerazione affermare che l’operazione militare speciale rappresenta una pietra miliare sulla strada verso un nuovo ordine mondiale, verso un nuovo equilibrio di potere nello scenario internazionale”.

 

Dichiarazioni che prospettano una lunga guerra. Una guerra civile tra due popoli uniti da radici comuni raccontata al mondo dal pensiero unico, che scinde – come in un calcolo matematico –  aggressori e aggrediti. Le previsioni di una guerra lampo sono svanite e restano inascoltati il generale dissenso alla corsa alle armi e gli appelli alla pace di Papa Francesco, che ha parlato della guerra in Ucraina come “provocata o non impedita… forse anche per l’interesse di vendere armi”.

 

Una voce fuori dal coro quella del Pontefice, che ha raccontato di un suo incontro avvenuto qualche mese prima di febbraio, con un capo di Stato “ un uomo saggio, che parla poco, davvero molto saggio” che si era detto molto preoccupato per come si stava muovendo la Nato: “Stanno abbaiando alle porte della Russia. E non capiscono che i russi sono imperiali e non permettono a nessuna potenza straniera di avvicinarsi a loro’’.

 

Si poteva evitare questa guerra? Le parole del Papa fanno riflettere e pongono domande a cui non ci sono ancora risposte. Come in ogni conflitto armato, anche in Ucraina le vittime sono gli innocenti e suscita sgomento e orrore il rapporto pubblicato da Amnesty International che mette sotto accusa la Russia per “gravi atti contro i diritti umani” ma anche l’esercito ucraino per aver messo in pericolo la vita di migliaia di cittadini. Un documento che si avvale di testimonianze dirette e di un lavoro effettuato sul territorio da volontari, in cui si legge: “Nel tentativo di respingere l’invasione russa iniziata a febbraio, le forze ucraine hanno messo in pericolo la popolazione civile collocando basi e usando armamenti all’interno di centri abitati, anche in scuole e ospedali”. Secondo la organizzazione per i diritti umani le conclusioni sono il risultato di una indagine durata diverse settimane, tra aprile  e luglio, durante le quali gli esperti di Amnesty hanno potuto ispezionare le regioni di Kharkiv, del Donbass e di Mykolaiv, intervistare i sopravvissuti, i testimoni e i familiari delle vittime, analizzando anche le armi usate. Le prove raccolte dimostrano come le forze ucraine abbiano lanciato attacchi da centri abitati, a volte dall’interno di edifici civili, in 19 città e villaggi”.

 

Un report che ha suscitato polemiche e l’ira del governo di Kiev, mentre il presidente Zelensky continua la sua campagna di informazione e sensibilizzazione per ottenere più armi e soldi nella difesa del Paese, un impegno a cui non si è sottratto neanche quando gli hanno chiesto  di mettersi in posa con la truccatissima moglie, per la copertina patinata di Vogue America.

 

Di Enza MichienziPer leggere tutti gli articoli del nostro partner clicca su Italia Report USA

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