femminicidio

Una riflessione sul femminicidio

Ci sono cose di cui non vorrei scrivere, perché vorrei che non esistessero. Che non fossero un argomento. Nel quasi 2022, vorrei non dover fare ancora la strada per rivedere culturalmente la nostra sensibilità collettiva in materia di violenza di genere, vorrei che potesse essere ritenuto patrimonio condiviso che la violenza è un concetto qualitativo, non quantitativo: un po’ di violenza non è meno grave di tanta violenza.
narcisismo

Narcisismo, chi la vittima e chi il carnefice?

Frequentemente, nel linguaggio comune, concetti che provengono dall’ambito psicologico si intersecano con le parole di uso quotidiano creando così un ambito semantico che sta a metà tra la possibilità di una riflessione sul fenomeno che si vuol designare e il tentativo, spesso maldestro, di denigrarlo. Si tratta della tendenza diffusa ad attribuire etichette diagnostiche, tra le quali quella di narcisista sembra essere quella più in voga, a chiunque non soddisfi le nostre aspettative, evocando la psicopatologia nei termini di un suo presunto potere punitivo.
adolescenza

L’adolescenza. Il malessere di un’età da ripensare

Si fa presto a dire adolescenza. Ma chi e che cosa siano davvero quei figli che a un certo punto ci sembrano degli sconosciuti, è difficile dirlo. Le incertezze iniziano già quando si vuole stabilire l’inizio e la fine della fase adolescenziale. Un tempo si era soliti identificare l’adolescenza con il periodo della durata di circa 7-8 anni che sanciva la transizione dallo stato infantile a quello adulto. Oggi, dall’ultimo studio pubblicato su Lancet Child & Adolescent Health, sembra che l’età in cui si inizia a badare a se stessi e si chiude la parentesi tra l’infanzia e l’età adulta, si sia spostata più in là, fino a 24 anni, perché restando per più tempo nel sistema educativo, si spinge in avanti il momento dell’indipendenza economica e quindi la scelta di un compagno o di avere figli.

Il virus passerà, ma che non passi la sua dolorosa lezione

C’è un virus di cui tutti parlano: il Covid-19 e il suo muoversi facilmente nel mondo. E poi ci sono le sue conseguenze, l’allarme, le cautele, persino le isterie. Eppure, come scriveva Lingiardi qualche giorno fa: "Le forme di convivenza da apprendere sono sempre molte, nascono dallo spavento dell'io, crescono nella cura del tu, mettono radici grazie alla responsabilità del noi".