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La disgrazia di San Gennaro, il nuovo romanzo di Di Biase

La disgrazia di San Gennaro è il terzo romanzo di Gennaro Di Biase, giornalista e scrittore napoletano, che ha confezionato un racconto breve ma denso di mistero e di spunti interpretativi attorno al miracolo che da secoli si compie il 19 settembre, in un Duomo puntualmente gremito tanto da ricordare ‘un pacco di riso sottovuoto’.

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La disgrazia di San Gennaro. Un imprevisto durante il miracolo della liquefazione del Santo è al centro di un giallo sacro narrato dall’autore napoletano, che dà forma ai timori e alle speranze dei fedeli.

[vc_row][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”26929″ img_size=”full” css=”.vc_custom_1632129572177{margin-top: 20px !important;margin-bottom: 20px !important;}”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_column_text css=”.vc_custom_1632127667418{margin-top: 20px !important;}”]E se al Cardinale cadesse l’ampolla? Quale sorte attenderebbe la città di Napoli se nel momento solenne in cui il Vescovo stringe tra le mani la sacra boccetta, questa dovesse scivolargli inesorabilmente via prima che possa compiersi il prodigio della liquefazione del sangue di San Gennaro, prima che questa venga esibita con entusiasmo davanti alla folla di fedeli in attesa? 

 

Questa è la suggestione attorno alla quale si snoda La disgrazia di San Gennaro, il terzo romanzo di Gennaro Di Biase, giornalista e scrittore napoletano, che ha confezionato un racconto breve ma denso di mistero e di spunti interpretativi attorno al miracolo che da secoli si compie il 19 settembre, in un Duomo puntualmente gremito tanto da ricordare ‘un pacco di riso sottovuoto’.

La disgrazia di San Gennaro: con i santi si può scherzare

Di Biase si cimenta in un piccolo giallo, il cui linguaggio deformante e grottesco fa da specchio alle tinte noir di cui è intrisa la storia, condita da un costante e misurato uso dell’ironia. A dimostrazione che con i Santi si può scherzare, eccome. In realtà, il culto di San Gennaro è un pretesto narrativo funzionale alla trattazione di quella che potrebbe essere una legittima paura. «La possibilità che l’ampolla cada – spiega lo scrittore – è un timore esistente tra i fedeli, che non ha nulla a che fare con la blasfemia. D’altronde, come sanno bene anche i venditori di corni della fortuna, se non si teme non si spera». 

 

E precisamente dal momento in cui questa preoccupazione prende forma scaturisce una sorta di lutto collettivo. La disgrazia di San Gennaro è all’origine di un giallo sacro nel quale si fronteggiano la legge umana e la legge divina, davanti allo sguardo critico di un solerte cronista. L’evento nefasto della caduta dell’ampolla alimenta un incontrollabile merchandising al limite tra il religioso e il profano e regala la ribalta a discutibili personaggi, pronti a volgere a proprio favore l’eterno bisogno del popolo napoletano di aggrapparsi a questa devozione.

 

Al culto di San Gennaro è attribuito, infatti, un carattere oracolare che prescinde da quello strettamente religioso e rende “Faccia Gialla” un’icona universale che raccoglie circa 30mila devoti in tutto il mondo. 

Una storia vivace tra sarcasmo e disincanto

Tra le pagine del libro, sulla cui copertina rossa campeggia una foto di Sergio Siano che ritrae le Capuzzelle di San Gennaro’ dello scultore Lello Esposito, si riesce a scorgere quella “resistenza alla depressione della conoscenza”, quella “follia di non sapere” che da sempre contraddistingue la città, sospesa tra “pigrizia e speranza, sogno e scaramanzia”. 

 

Di Biase, già autore di ‘Confessioni di un ipocrita’ (2015) e ‘Lo sbarco’ (2019), è riuscito a tratteggiare queste caratteristiche con una un sapiente mix di sarcasmo e disincanto, condensando in poche pagine una vivace storia – popolata da personaggi “a chiave” che rimandano più o meno esplicitamente a personalità esistenti della realtà partenopea – che ben si presta a un successivo sviluppo in romanzo lungo o in sceneggiatura destinata al piccolo o grande schermo.

 

Di Giulia Savignano

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