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Pasqua: simboli, usanze e soprattutto… piatti tipici della tradizione!

simboli e tradizioni di Pasqua

La simbologia delle Uova di Pasqua

In tutto il mondo è l’uovo il simbolo della Pasqua, perchè da sempre le uova sono il simbolo della vita che nasce, ma anche del mistero, quasi della sacralità. Ma perché è stato scelto proprio l’uovo? Come è nato questo simbolo?

 

In alcuni testi sacri, si narra che la Madonna facesse giocare Gesù Bambino con delle uova colorate e che il giorno di Pasqua, tornata sul sepolcro del Figlio, vi abbia trovato alcune uova rosse sul ciglio.

 

Si racconta, inoltre, che anche Maria Maddalena si sia presentata all’imperatore Tiberio per regalargli un uovo dal guscio rosso, testimonianza della Resurrezione di Gesù e che Maria, Madre del Cristo, abbia portato in omaggio a Ponzio Pilato un cesto dorato pieno di uova per implorare la liberazione del Figlio.

la tradizione delle uova di Pasqua
la tradizione delle uova di Pasqua

I dolci tipici

Tra i dolci della tradizione pasquale, i più classici sono la colomba e la pastiera napoletana. Si racconta che alla metà del sesto secolo Alboino, re dei Longobardi, durante l’assedio della città di Pavia, ricevette un pane lievitato dalla forma di colomba.

 

La colomba era un segno di pace; da allora, questo dolce fatto di semplici ingredienti come uova, farina e lievito, fu arricchito con burro, zucchero e canditi ed entrò nella tradizione pasquale.

 

Sulla classica pastiera si racconta, invece, che le mogli di alcuni pescatori lasciassero ceste con ricotta, frutta candita, grano, uova e fiori d’arancio sulla spiaggia, affinché il mare riportasse a casa i mariti. Al mattino, le donne trovarono i pescatori e videro che le onde avevano mischiato gli ingredienti e creato la torta pastiera.

L’agnello pasquale

Il suo consumo è legato sia alla Pasqua Ebraica – prima dell’esodo dall’Egitto, secondo quanto prescritto da Dio a Mosè, il popolo d’Israele sacrificò un agnello e lo mangiò arrostito, insieme alle erbe amare e al pane azzimo – sia a quella Cristiana – nella quale incarna il sacrificio di Cristo sulla croce.

 

In tutta Italia, è quindi il piatto forte del pranzo pasquale, preparato in modi diversi a seconda della regione: al forno con le patate in Friuli Venezia Giulia, Veneto e Campania, con rosmarino e cipolle in Sicilia, “tartufato” in Umbria, arrosto in Liguria ed Emilia Romagna, “cacio e uova” in Molise e Abruzzo, con i cardoncelli in Basilicata.

 

Il Piemonte è forse l’unica regione italiana dove il secondo piatto pasquale non è l’agnello, bensì il brasato al Barolo, uno stufato fatto con carne di manzo della razza fassone, allevata nelle Langhe.

la tradizione del Tortano di Pasqua
le fave a Pasqua

La pizza salata o tortano

La tradizione italiana vuole che la mattina del giorno di Pasqua si mangi la pizza salata o tortano, una pietanza che spesso ha una forma simile a quella di un panettone ma dall’impasto salato, arricchito da formaggi e salumi, uova e olio di oliva. Ma anche il tipo di tortano o pizza salata varia da regione a regione.

 

A Napoli si prepara il Casatiello, una torta rustica ripiena di pancetta, salame, uova sode e provolone dolce. Mangiato tradizionalmente la sera del Sabato Santo, resta morbidissimo per svariati giorni grazie alla presenza della sugna nell’impasto.

 

In Liguria, invece, si prepara la Torta Pasqualina, una torta salata nata a Genova nel XV secolo, costituita da 33 sfoglie, in ricordo degli anni di Cristo, che vengono farcite con un ripieno di bietole o carciofi, prescinseua ligure (una cagliata fresca dal sapore acidulo), uova e maggiorana.

 

La Torta al Formaggio, un impasto a base di farina, uova, pecorino e parmigiano grattugiati, lievito di birra, olio o strutto, un po’ di latte, sale e pepe è la torta salata tipica dell’Umbria, ma appartiene anche alla tradizione gastronomica marchigiana, dove è chiamata “crescia”.

 

Presente nella gastronomia siciliana dai tempi della dominazione spagnola, l’impanata ragusana è una focaccia formata da sfoglie che possono essere riempite in vario modo, ma che a Pasqua vengono farcite con la carne d’agnello o di capretto, cotta con vino rosso e conserva di pomodoro.

Ortaggi e fave

In primavera l’Italia offre una straordinaria varietà di prodotti della terra, spesso consumati nel pranzo pasquale come contorno alla carne. In Calabria e Sardegna, ad esempio, l’agnello è servito non con le patate ma con i carciofi; mentre in Puglia e Basilicata ritroviamo i cardoncelli, lessati, soffritti in olio e aglio e insaporiti con pomodorini, una spolverata di pecorino grattugiato e uova battute. Nel Lazio ed in tutto il Sud Italia sono immancabili le fave fresche, da mangiare con il pecorino, il salame e la pancetta.

Affettati

Soppressata, salame, capocollo, prosciutto crudo, lonza di maiale, pancetta e porchetta: i salumi, vanto della cucina italiana all’estero, sono un altro elemento irrinunciabile del pranzo – o della colazione nel Centro Italia – pasquale, serviti per antipasto con le uova sode. In Campania il tagliere di affettati misti è chiamato “fellata” e include anche la ricotta salata, una particolare tipologia di ricotta, secca e dal gusto deciso, diffusa nelle regioni meridionali.

 

Di Annalisa Vernetti

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