destino e abitudini

Il destino. Pensarlo positivo è il primo passo verso la felicità

Il destino non è solo quello che ci capita ma soprattutto i gesti e le scelte che facciamo ogni giorno e che definiscono la realtà della nostra esistenza. Alla luce delle ultime scoperte scientifiche sul funzionamento del nostro cervello, il carattere non è altro che la manifestazione concreta delle abitudini che si sono consolidate nel tempo.

Il destino non è solo quello che ci capita ma soprattutto i gesti e le scelte che facciamo ogni giorno e che definiscono la realtà della nostra esistenza.

 

Alla luce delle ultime scoperte scientifiche sul funzionamento del nostro cervello, il carattere non è altro che la manifestazione concreta delle abitudini che si sono consolidate nel tempo. Perfino la felicità può essere considerata un’abitudine, può essere allenata, e non è solo una conseguenza di ciò che accade nella vita. Le abitudini si formano perché il cervello è strutturato in modo tale da risparmiare, quanto più è possibile, l’energia, e dato che ogni azione nuova richiede un grande sforzo, il nostro cervello cerca sempre di trasformare ogni azione in routine, così come farebbe un individuo pigro, perché il suo scopo è quello di ridurre la fatica da compiere.

Destino e abitudini

Questo meccanismo è vantaggioso se pensiamo ai nostri più elementari automatismi acquisiti come quello di camminare, guidare, andare in bicicletta, leggere o scrivere, ma può essere negativo quando la qualità delle nostre abitudini è nociva. Basti pensare ai danni del fumo, di una vita sedentaria, dell’abitudine di mangiare in eccesso, ma anche quello di fare sempre gli stessi pensieri, o reagire agli eventi della vita sempre nello stesso modo. 

 

Molte delle abitudini negative si strutturano perché il cervello, sempre in cerca di gratificazioni, tende a riprodurre quelle azioni che hanno dato una sensazione piacevole, come quando mangiamo del buon cioccolato. 

Ma perché è così difficile modificare le nostre cattive abitudini?

Perché spesso fissiamo degli obiettivi troppo grandi, come per esempio fare una dieta troppo restrittiva, o dal nulla ci prefissiamo una corsa di un’ora al giorno, dimenticando che sono i piccoli passi quelli che ci porteranno lontano. La chiave consiste nel rendere il cambiamento il più facile possibile, e ad ogni piccolo passo e progresso raggiunto gratificare noi stessi. La soddisfazione che si prova per i cambiamenti positivi, sarà il feedback positivo per il cervello, che memorizzerà la sensazioni piacevole trasformando quelle azioni in abitudini. 

 

Anche il nostro modo di pensare è terribilmente abitudinario. Se esaminassimo la qualità dei nostri pensieri, (circa 60mila al giorno), ci accorgeremo che il 90% sono sempre uguali e corrispondono ai pensieri del giorno prima e prima ancora.

 

Come più volte ho evidenziato, un pensiero genera sempre anche un’emozione, e le emozioni che proviamo, a loro volta, influenzano il nostro modo di pensare, secondo un circuito che può risultare estremamente dannoso se la qualità dei pensieri ed emozioni sono negative. Sono proprio gli stessi pensieri che ci portano a fare sempre le stesse scelte, che diventano azioni, comportamenti, abitudini e che costruiscono la personalità di un individuo e il suo destino.

 

Se non ci piace la nostra realtà e desideriamo cambiarla, per prima cosa iniziamo col prendere coscienza dei nostri pensieri abitudinari, per poi cominciare pian piano a modificarli in pensieri più positivi e potenzianti. 

 

Nuovi pensieri possono condurre a nuove scelte, creando nuove esperienze e una migliore versione di noi stessi. 

 

Con il cambio della stagione, butta il vecchio e fai spazio per far entrare il nuovo nella tua vita!

 

Di Diana Arcamone

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