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La Napoli dei mandolini sul palco di Sanremo

‘Napoli Mandolin Orchestra’ Ermal Meta

Insieme al maestro Mauro Squillante ripercorriamo l’avventura al Festival 2021 della ‘Napoli Mandolin Orchestra’, che in duetto con Ermal Meta è giunta prima nella serata dedicata alle cover. 

 

Il 71° Festival di Sanremo, condotto dalla collaudata coppia Amadeus-Fiorello, ha espresso diversi protagonisti inattesi. Oltre al rock dei Maneskin, (giovanissimo gruppo romano che ha vinto tra i big aggiudicandosi la palma con leone rampante), con il brano ‘Zitti e buoni’ e la ormai famosissima ‘Musica leggerissima’ dei due siciliani Colapesce e Dimartino, c’è stata un’altra sorpresa musicale. Chi si sarebbe mai aspettato che tra i vincitori morali del Festival ci sarebbero stati anche dei mandolini napoletani? Anzi, ad essere precisi, due mandolini e due mandole, suonate da maestri provenienti dall’Accademia Mandolinistica Napoletana, la ‘Napoli Mandolin Orchestra’.

L’esperienza a Sanremo

«É stata davvero una grossa sorpresa per noi – ci racconta subito il maestro Mauro Squillante, presidente dell’accademia e componente del quartetto presente all’Ariston, insieme a Olena Kurkina, Adolfo Tronco e Luca Petrosino -. Nessuno obiettivamente studia mandolino pensando che da grande andrà a Sanremo» (ride, ndr).

 

L’idea infatti è partita da Ermal Meta e dal suo arrangiatore Diego Calvetti, che hanno pensato di inserire un accompagnamento di mandolini per eseguire il branoCaruso, omaggio a Lucio Dalla nel giorno della sua nascita, il 4 marzo, proprio in concomitanza con la serata dedicata ai duetti e alle cover. «A quel punto hanno contattato l’accademia proponendoci di partecipare in qualità di ospiti duettanti a tutti gli effetti. D’altra parte viene facile pensare a noi per chiunque ricerchi specifiche sonorità, visto che siamo un gruppo professionale riconosciuto proprio per questa sua particolare identità». 

Quando nasce la Napoli Mandolin Orchestra

L’attività dell’Accademia Mandolinistica Napoletana, fondata quasi cento anni fa, ha infatti ritrovato nuovo slancio nei primi anni novanta per merito di alcuni maestri che hanno deciso di riaffermare questa tradizione colta. Da allora l’accademia è diventata un importante punto di riferimento per appassionati e studiosi, tanto da incoraggiare finanche l’istituzione della classe di mandolino presso il conservatorio napoletano di San Pietro a Majella. Come naturale conseguenza di questo lavoro è quindi nata la Napoli Mandolin Orchestra, che si esibisce con successo in tutto il mondo, con una formazione che può raggiungere anche i cinquanta elementi.

 

«Noi non siamo certo nuovi alle dirette e alle registrazioni discografiche – prosegue Squillante -. Eppure solo gradualmente abbiamo compreso la portata reale del nostro coinvolgimento al Festival. Per dare un’idea, nei giorni che hanno preceduto la nostra esibizione, io ho ricevuto quasi più messaggi di auguri che in occasione del mio matrimonio. E anche dopo sono arrivati complimenti e testimonianze d’affetto da più parti per il primo posto ottenuto in quella serata.

 

A limitare in parte la portata di questo picco di attenzione su di noi c’è soltanto la pandemia, che impedisce i concerti dal vivo. Ciononostante la X Eventi & Communication, società che promuove le attività sia dell’accademia che dell’orchestra, sta facendo davvero il massimo. Prova ne sia che alcuni progetti che già avevamo in cantiere sono stati accelerati».

Il successo dei mandolinisti napoletani

Ad avere reso l’esperienza di Sanremo ancor più significativa ha contribuito anche il rapporto che i mandolinisti napoletani hanno stretto proprio con Ermal Meta (originario dell’Albania e trasferitosi in Italia quando era ancora adolescente), giunto poi terzo tra i big in gara con il suo branoUn milione di cose da dirti’, che ha ricevuto anche il premio ‘Giancarlo Bigazzi quale migliore composizione musicale.

 

«Ermal è una persona davvero speciale – conclude Mauro Squillante -. La sua storia e la gavetta artistica ne hanno accentuato la particolare umanità, che si mescola al talento di musicista e narratore. Abbiamo solo il rimpianto di non averlo accompagnato nella nostra formazione al completo, con tutti i nove componenti e strumenti, mandoloncelli compresi, e ciò a causa delle norme di sicurezza anticontagio che prevedevano un numero massimo di sei persone in contemporanea sul palco.

 

In compenso ci incontreremo ancora con lui per registrare Caruso in studio. E intanto anche altri artisti, tra i quali Achille Lauro, ci hanno già fatto delle proposte per future collaborazioni, segno che il nostro lavoro ha davvero regalato qualche emozione».  

 

Ermal Meta Mandolin Orchestra Sanremo

 

Di Giovanni Aiello

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