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Vernetti: il Governo ci ha dimenticati

ripresa

Il settore della sosta è crollato”. Con queste parole l’imprenditore Massimo Vernetti, Presidente onorario AIPARK, già Presidente di Confcommercio Napoli e Presidente onorario di Quick no problem Parking, definisce lapidariamente la situazione disperata in cui versa il ramo d’impresa che rappresenta, ed ipotizza tempi lunghi per una ripresa generale.

 

Presidente, ci vuole illustrare i problemi del suo settore?

“Purtroppo dobbiamo constatare che da quando è iniziata la pandemia Covid 19, moltissime aziende sono state messe in ginocchio:  a mio avviso, si doveva fin da subito dare attenzione ai rami dell’economia gestita dai privati, che sono la spina dorsale della nazione, imprenditori che rischiano in proprio, che investono il loro denaro creando posti di lavoro su cui contano migliaia di famiglie italiane.

 

Invece si sono prodotti enormi danni, senza predisporre le misure necessarie ad affrontare l’inevitabile crisi.

 

Per quanto ci riguarda, il blocco della mobilità – a partire dagli aeroporti, stazioni, città – ha determinato il crollo della domanda di sosta a tutti i livelli.

 

Nello specifico, per le nostre aziende (il gruppo Quick comprende oltre 60 strutture gestite e circa 300 dipendenti per oltre 9 milioni di euro di fatturato del 2020) si è verificato uno tsunami epocale che ha dimezzato la nostra forza lavoro con 150 cassintegrati a cui l’azienda ha anticipato le relative somme, senza poter incassare nulla.”

 

Lei parla di tsunami: come rimediarvi?

“Siamo ovunque di fronte ad un terremoto economico ma esso assume proporzioni spaventose in questo Paese: è vero, è stato un evento impensabile ma – devo aggiungere con amarezza – tuttora ‘non pensato’ dai provvedimenti governativi.

 

Il panico dovuto al dilagare del Coronavirus sta creando uno “scissionismo virtuale” delle imprese: noi ce ne rendiamo conto e, come Cassandra, gridiamo che bisogna correre ai ripari per evitare lo spettro della fame e delle rivolte ma, proprio come lei, rimaniamo inascoltati.”

 

Secondo lei quali sarebbero i provvedimenti da mettere subito in campo per affrontare un’eventuale ripresa?

“Viviamo in una situazione di emergenza, per cui – come più volte ho ripetuto – è necessario dare vita ad una unità di crisi – direi un Osservatorio Indipendente – una task force che si dedichi ad approntare le necessarie soluzioni, finora mai intraprese: devo, infatti, ribadire ancora una volta che il governo non ha ascoltato le innumerevoli richieste pervenute dal nostro settore.

 

In qualità di Presidente onorario dell’associazione AIPARK, non posso nascondere la gravità del disastro economico che sta per seppellirci tutti: nessun operatore privato può proseguire l’attività con questi crolli di fatturato!”

 

Il suo settore è stato particolarmente colpito?

“Sì ed è stato un paradosso inaccettabile, perchè la sosta è considerata un servizio essenziale. Quindi, noi siamo obbligati a fornire un servizio – con tutti i costi che ne derivano – ma non veniamo considerati come le aziende municipalizzate che, invece, hanno ricevuto dei finanziamenti!”

 

La sua visione del prossimo futuro è totalmente negativa?

“Stiamo ballando sulla tolda del Titanic ma i governanti sembrano non capire la gravità del momento sociale che stiamo attraversando: decine di migliaia di piccole aziende sono allo stremo perchè il loro modesto fatturato consentiva la sopravvivenza non solo personale ma anche dei loro collaboratori che, oggi, non riescono a mettere il piatto a tavola.

 

Le file fuori dai banchi di pegno, dei Monti di Pietà, delle mense dei poveri sono impressionanti: ma i ministri le hanno mai viste?”

 

 

Secondo lei, le misure restrittive stanno uccidendo l’economia?

“Sicuramente e, per giunta, senza realmente salvaguardare i cittadini nei loro diritti democratici, tra cui primeggiano la salute e il lavoro: invece di avere dei generali che guidino l’esercito con determinazione e perseveranza verso obiettivi sicuri, assistiamo a un rincorrersi di provvedimenti che non colgono il segno, come dimostrano gli ospedali al collasso senza personale e strumentazioni salvavita e gli sprechi francamente incomprensibili – se non ridicoli – come, ad esempio, l’acquisto degli inutili banchi a rotelle”.

 

Quanto tempo sarà necessario per superare dal punto di vista economico questo periodo di lockdown e per vedere un segno di ripresa?

“Ah, i tempi saranno davvero lunghi, perchè avere un default di questa portata da superare non è facile, è un po’ come analizzare il PIL italiano che scenderà di oltre 10 punti in questo 2020 e l’anno successivo arriverà alla media di -5.

 

Credo che la ripresa non arriverà mai prima della fine del 2021 ma, per alcuni settori, i tempi si dilateranno ulteriormente.

 

Penso ai comparti più danneggiati cui il turismo, il wedding, la moda, la ristorazione (le consegne a domicilio, il delivery, l’asporto non bastano a salvare le aziende del comparto, fra cui molte non riapriranno più i battenti).

 

Ma anche i luoghi della cultura e dell’aggregazione come librerie, cinema, teatri o dell’intrattenimento e del divertimento come le discoteche e le location di eventi, cerimonie, matrimoni che hanno ricevuto un colpo micidiale e concorreranno a un PIL di -30 per le loro attività.”

 

Quali sono le urgenze indifferibili?

“Iniziamo a pensare prima di tutto alle famiglie meno abbienti. Come fa la povera gente a tirare avanti? Dove sono gli aiuti economici tanto sbandierati – e, nella prima ondata, neanche corrisposti in moltissimi casi – e dove sono i ristori, comunque basati su calcoli al ribasso?

 

Bisogna occuparsi di chi non ha i soldi e poi sospendere i pagamenti di tributi, tasse, affitti, conguagli, rinviando tutto all’effettiva ripresa, dopo l’arrivo e la somministrazione dei tanto attesi vaccini che sconfiggano infine il virus, permettendo un lento ma progressivo ristabilirsi dell’ammalato Italia.

 

Nel frattempo, dobbiamo imparare a convivere con il Covid 19 e la Campania deve cominciare a riaprire le attività, realizzando con coraggio un punto di partenza per la ripresa. La nostra economia già si trova in una condizione quotidiana di difficoltà ed ora, a causa della pandemia, la situazione sta precipitando vertiginosamente.

 

Occorre ripartire subito, altrimenti le tensioni sociali potrebbero prendere il sopravvento in un momento di emergenza globale.”

 

Di Laura Caico

 

Tratto da TodayNewsPress.

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