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Cilento, alla scoperta dei tesori nascosti di Pollica

Cilento

I colori delle barche e delle reti dei pescatori disegnano le linee del porto di Acciaroli, mentre salendo di quota Pollica, come una sfinge immobile, guarda dall’alto i contorni azzurri di Punta Licosa. Il Cilento, terra della lentezza e della Dieta Mediterranea, analizzata dallo studioso statunitense Ancel Keys, e patria di centenari grazie allo stile di vita salutare, è un paradiso incastonato tra mare e monti, fatto di piccoli borghi antichi congelati nel tempo, di cascate che hanno il nome dei capelli della dea della bellezza Venere e di tradizioni che si tramandano di padre in figlio.

 

Nella terra di pellegrini, agricoltori e pastori le lancette dell’orologio sembrano essere ferme e nonostante siano ormai mete turistiche gettonate, il loro fascino resta intatto. I tramonti da cartolina con il sole rosso fuoco che cede il passo alla notte, i percorsi di trekking e le specialità di casa diventano esperienze uniche.

Pollica

Il toponimo deriva dal greco “polis” e significa città. Pollica è un piccolo comune agricolo che si trova alle pendici meridionali del Monte Stella, tra il Mar Tirreno e la foce del vicino fiume Alento e fa parte del Parco Nazionale del Cilento Vallo Diano e Alburni.

 

Si narra che tra il VII e l’VIII secolo d.C. qui trovò rifugio una comunità di monaci brasiliani in fuga dall’Oriente e fondò il proprio cenobio. Il borgo è l’ideale per escursioni e passeggiate ammirando le variegate forme di ulivi secolari e casali in pietra che dipingono come pennellate il paesaggio.

Acciaroli

Pescatori e abitanti amano raccontare che lo scrittore americano de “Il Vecchio e il Mare”, Ernest Hemingway, sia stato ad Acciaroli, non a caso all’ingresso del paese capeggia una grande insegna che ricorda l’artista.

 

Che sia leggenda o realtà poco importa, fa parte di quei misteri e di quelle storielle che arricchiscono la cultura di un luogo. Ammirare i vicoletti, il porticciolo, la chiesa dell’Annunziata, le spiagge e le calette dalle acque premiate con la Bandiera Blu è un piacere al quale non si può rinunciare.

Pioppi

Pioppi, famosa per i suoi lidi turistici, ospita il MUSea – Museo Vivo del Mare (www.museovivodelmare.it) presso il Palazzo Vinciprova, più conosciuto dagli abitanti come il Castello che venne edificato nel XVII secolo dalla famiglia Ripoli, mercanti originari della Catalogna ma stabilitisi a Pollica durante il dominio degli Aragonesi a Napoli.

 

 

Da non perdere l’area dedicata all’habitat marino caratteristico delle coste cilentane, mentre al piano superiore c’è l’EcoMuseo della Dieta Mediterranea dedicato al medico epidemiologo Ancel Keys che ha studiato il rapporto tra alimentazione locale e l’incidenza sulle malattie cardiovascolari dimostrando le qualità benefiche di prodotti come olio extravergine di oliva, frutta e pesce azzurro.

 

Per gli amanti della natura degno di nota il percorso del Pozzo dell’uva nera, conosciuto anche come “pozzo del diavolo”, il cui nome richiama la presenza di un vitigno nei pressi della cascata.

Celso, Cannicchio e Galdo

Fate un giro nella frazione di Celso dove a dominare ci sono la chiesa di Santa Maria di Costantinopoli e il palazzo baronale Mazziotti. Lungo il versante collinare ci sono deliziosi borghi di Galdo e Cannicchio, immersi nel verde della macchia mediterranea.

Cosa assaggiare

Il Cilento è celebre per i suoi prodotti, il più famoso è il fico bianco, che va assaporato nella sua dolcezza. Squisiti anche le olive ammaccate di qualità salella, preparate seguendo antiche lavorazioni, le alici di menaica pescate con una particolare rete e il cacioricotta, formaggio di capra da grattugiare su fusilli fatti a mano e conditi con ragù rigorosamente locale.

 

Di Francesca Saccenti

 

Credits fotografici: Federica Ferretti, Giovanni Biscione.

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